Storia della F1: gli anni settanta - introduzione

di Piero Giuseppe Goletto

Gli anni ‘70 rappresentano un periodo rivoluzionario per la Formula 1. E’ l’epoca delle innovazioni nel campo dell’aerodinamica e dei motori.

Riguardo al tema dell’aerodinamica si pensi all’introduzione dell’airscope (la presa d’aria posta sopra alla testa del pilota, che serve per fornire aria al motore), all’utilizzo degli alettoni, alla curiosità della Tyrrell a sei ruote, all’effetto suolo.

Riguardo al tema motori si pensi alla diffusione dei motori V8 Ford Cosworth, al motore Ferrari a 12 cilindri “con le bancate disposte a V di 180 gradi” (così il suo progettista, l’Ing. Mauro Forghieri); all’introduzione del motore Turbo fatta dalla Renault.

Ma si pensi anche a figure storiche come Niki Lauda, James Hunt, Jackie Stewart, Jacky Ickx, Mario Andretti, Emerson Fittipaldi.

A fine anni ‘70 stava nascendo la stella di Gilles Villeneuve.

Della regia internazionale abbiamo già detto, e non a caso; le prime gare di F1 venivano trasmesse in alternanza con le gare di ciclismo. A metà degli anni ‘70 la RAI trasmetteva in diretta qualifiche e gara rendendo così la F1 lo sport più importante e più seguito.       

Era purtroppo anche tempo di incidenti, con “il fuoco”: basti su tutti ricordare il drammatico incidente di Niki Lauda al Nurburgring e la morte di Jochen Rindt nel 1970 e di Ronnie Peterson a Monza nel 1978.

Una figura di primissimo piano nella promozione di una maggiore sicurezza fu Jackie Stewart, grazie al quale furono introdotte le tute ignifughe, le cinture di sicurezza, il casco integrale, le chicane per rallentare le vetture.

Era però una Formula Uno molto pìù romantica di quella odierna, iperprofessionale, e questa transizione ha visto in primo piano una figura manageriale importantissima: Bernie Ecclestone.